Contro ansia e depressione, “è tempo di pensare che la cultura possa diventare uno strumento di salute pubblica”

La Francia sta attraversando una crisi silenziosa. Disturbi d'ansia e depressione colpiscono ormai un francese su cinque ogni anno, uno dei tassi più alti in Europa. La psichiatria pubblica è al limite e le code fuori dai centri medico-psicologici e negli ambulatori si allungano. In questo contesto, la salute mentale, una delle principali cause di crisi a livello nazionale per il 2025-2026, rappresenta un'opportunità assolutamente unica per elaborare misure concrete e utili.
Fin dagli albori della storia, l'umanità ha intuito che l'arte guarisce. Nell'antica Grecia, il santuario di Asclepio combinava bagni, canti, sonno sacro e spazi architettonici che favorivano la catarsi. Orfeo incantava gli inferi con il suo canto e placava Cerbero. Apollo era sia dio delle arti che della medicina. Le muse non solo ispirano i poeti, ma dirigono anche le menti verso la contemplazione e la saggezza. Nella Bibbia, re Saul, tormentato da attacchi di ansia e malinconia, si calmava quando Davide suonava l'arpa (Samuele 1:16-23). Nelle tradizioni sciamaniche, il ritmo del tamburo e la danza collettiva servivano a ristabilire l'equilibrio interiore e sociale.
Il Rinascimento e i poeti simbolisti, da Baudelaire a Mallarmé, hanno costantemente fatto dell'arte un linguaggio dell'invisibile e della resilienza psicologica. La storia e la mitologia abbondano di esempi in cui l'arte lenisce, ripara o trascende. Queste storie riflettono un'intuizione antropologica universale: l'arte agisce sul corpo e sulla mente attraverso l'emozione, il ritmo e il simbolismo.
Ansia ridottaLa scienza conferma ciò che l'intuizione sospettava. Nel 2019, un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sul ruolo dell'arte nel migliorare la salute e il benessere ha raccolto oltre 3.000 studi internazionali e ha concluso che contribuisce alla prevenzione, alla gestione e al trattamento dei disturbi della salute, in particolare di quelli mentali. Il documento mostra effetti sulla regolazione emotiva, sull'autostima, sulla riduzione dello stress e sull'inclusione sociale. La letteratura scientifica ha ampiamente confermato che visitare musei d'arte migliora l'umore, la memoria e il senso di appartenenza. In uno studio pubblicato nel 2025 , le ricercatrici Anna Dadswell e Hilary Bungay sottolineano che l'arte sta diventando un catalizzatore per connettere chi si prende cura di qualcuno e le comunità culturali.
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